IN MEMORIAM CYBERGOTH


Come Zamolxis
mi sono fatto murare vivo
in una dimora sotterranea di marmo,
un sepolcro maestoso che permetteva
solo un minimo contatto
con il mondo esterno,
con la sede del Sole maledetto,
il Demone Celeste contro cui
gli Antichi Sacerdoti
scagliavano frecce ad ogni alba,
celebrandone la morte
ad ogni tramonto.
I Capnobati, sciamani ancestrali
che non toccavano donna,
lontani da ogni impurità.
Ora la dimora ctonia è squarciata
dall'Incomprensibile,
vi entrano raggi del maledetto astro
che odio al di sopra di ogni cosa.
Il suo Oracolo è silente,
morto per sempre,
come la Voce di Uyulala
di fronte all'avanzare del Nulla.
Dovunque scorgo
venature di bianco infetto, saniose,
che la mia anima vuole tenere
lontane dal marmo nero.
Dolente e trafitto dai dardi solari,
celebro le Forze dell'Abbandono,
canto la Decadenza del Grande Tempio,
dove non poteva penetrare
neanche un fotone dal cosmo esterno.
Grande Tempio dello Spirito,
un tempo immune
dalla sporcizia dell'Esterno,
ora tu giaci schiantato nella polvere,
e sempre piangerò
i tuoi giorni di gloria.