FUNICOLARE


Il fantasma della cremagliera,
un omino spettrale, come un vecchio ingobbito,
lo colgo come un ombra mentre guarda nel loculo,
in quella nicchia vicino al cavo annerito
dove si stagliano gradini minuscoli,
intagliati per una stirpe di nani.
Piove, senza sosta, ormai da mesi.
La mestizia delle larve autunnali mi penetra,
pervade ogni mia fibra come un reumatismo,
come un cancro ontologico che devasta le mie sinapsi.
Sogghigna, quell'omino, trasmette geroglifici,
segni che travalicano le cosmogonie.
Poi la vettura lo oltrepassa, e i miei deliri si perdono,
dissolvono la loro consistenza in un bagliore di morte.